La seconda serata di Genitori A Scuola, capitanata da Paolo Ragusa con l’ausilio di Elena Passerini che ci ha presentato il progetto europeo Emppath, è stata incentrata sul tema della scelta: tanti gli spunti di riflessione offerti, non solo a livello genitoriale.
Innanzitutto la differenza tra scelta e decisione: la prima, una fase esplorativa fatta di domande e valutazioni, la seconda quella di formalizzazione della scelta. Il suggerimento? Evitare di decidere senza scegliere. L’invito? Scegliere sulla base del desiderio e non sulla base della rinuncia! Alcuni strumenti possono venire utili, a noi ed ai nostri figli, per scegliere in modo consapevole: la stanza dei desideri, la scala delle priorità e la linea del tempo.
Se “Aiutare i figli nelle scelte” durante l’infanzia è un compito relativamente semplice, il bambino infatti sceglie in aderenza all’adulto, siamo noi genitori che di fatto operiamo le scelte per conto loro, al massimo ciò che ci tocca è fare resistenza al loro senso di onnipotenza; le cose si complicano senz’altro in età adolescenziale. Stiamo parlando dell’età dell’allontanamento, del conformismo, dell’indolenza: l’adolescente guarda da un’altra parte, oltre, aderisce al gruppo. E allora qual è il nostro ruolo? Il ruolo principale di un genitore è quello di testimone affettivo, non di consulente. Un genitore consapevole che scegliere ha a che fare col perdere, con l’intraprendere qualcosa di incompleto ed inimmaginabile, saprà approcciarsi alla propria figlia o figlio con il pensiero che abbia unicamente bisogno di “una Musa per vivere il suo inedito”! In occasione della scelta di indirizzo scolastico, non inciamperà in frasi quali: “Decidi tu!”, ” Scegli bene, non puoi sbagliare: è troppo importante per il tuo futuro”, ma al contrario favorirà la riflessione, farà resistenza al conformismo, tratterà l’indolenza: “Hai un progetto?”, “Non sei solo”, “Spenditi, mettici del tuo!”